1790 04 14 AZARA BODONI

Sommario

Roma, 14 de abril de 1790.

De José Nicolás de Azara [Roma] a Giambattista Bodoni [Parma].

Azara se alegra de que Bodoni haya conseguido su copia de Horatius de Iani y le ruega que inicie la estampa tan pronto la reciba, pues corregirán luego las pruebas en Roma. Le solicita, además, que le restituya el tomo prestado de Garampi y le anuncia que para las Opera de Virgilio seguirán a Heyne. Se alegra de que Bodoni proyecte imprimir un Píndaro, le notifica que Matallana cederá su puesto a Valdeparaíso y añade, por último, que la opinión de Visconti sobre el Horatius de Iani le hace decidirse por el texto de Talbot. Pide, por último, el tomo I del Horatius de Iani para adaptarlo ya a los criterios de los abates.

Transcrizione

Roma, 14 aprile 1790.

Amico mio carissimo,

Poiché Lei è informato della mia disgrazia, è ozioso ripeterne la storia antecedente. Ora mi trovo poco avvanzato assai nella guarigione malgrado tanti rimedi e professori, poiché, a eccezione dell’intensità de’ dolori che si è mitigata di molto, niente altro ho acquistato, persistendo il braccio inutile e con un peso che mi pare di piombo. Vedo che tutto questo non cesserà che con adoprare la doccia di alcune acque minerali e forse anderò perciò a Lucca.

Sia Iddio ringraziato di essersi trovato l’Orazio del’Iani e subito che Lei l’abbia in mano cominci la stampa seguitando quella lezione. E dopo che le prove saranno ben corrette costì, me le mandi, che io le farò ripassare sotto gli occhi di Visconti, Arteaga e Fea, e così spero che l’edizione riesca senza verun errore; altrimenti non ci faressimo bona figura. Mi rimandi Lei il primo tomo del’Ianni, che appartiene al Cardinale Garampi, perché possa qui servire ai correttori. Mi pare che bastarà stampare trecento esemplari.

Subito finita quest’edizione, metteremo mano al Virgilio, seguitando cecamente la lezione del’Heine, che senza disputa è superiore a tutte le altre. Ho piacere che Lei pensi all’edizione del Pindaro coll’aiuto del detto Heine e delle varianti di Firenze, ma bisogna che Lei si ricordi che Chandler sta facendo in Londra una nuova edizione di detto autore, corredata di molte aggiunte, varianti, scollii, che ha raccolti ne’ suoi viaggi.

Lor Signori perdono il Marchese di Matallana, ma il suo successore Conte di Valparaiso lo rinpiazzarà bene, perch’è un ottimo Cavaliere e molto mio amico. È vero che non ha nasso e che in punto di letteratura ne ha tanta quanta il Marchese di Villel.

Non ho testa né forze per entrare in altre materie.

Lei si conservi in bona salute, ch’è quello che importa, e mi creda sempre Suo bon amico e servitore,

Azara.

Signor Don Giovanni Battista Bodoni.

P.S.: L’Abbate Visconti è nuto adesso da me per dirmi che avendo esaminato il testo del’Iiani [sic] non si può del tutto addottare per alcune singolarità, ma che c’è da profittare da lui più che da nessun’altra edizione. Perciò abbiamo risoluto definitivamente servirci del testo del Talvot, che hanno seguitato ancora Pinia e Warsckelvileb [sic], ma con molte varianti, ch’evidentemente sono migliori delle lezioni ammesse in quel testo.

Visconti ne ha fatta già la scelta del terzo e quarto libro delle odi e, se Lei mi manda subito il primo tomo, in una settimana sarà messo tutto in ordine.

 

a Había escrito Pine y corrige.     b Posible error del copista, pues el nombre de Baskerville en su forma correcta aparece escrito en carta autógrafa de 1784-V-13 o de 1789-X-14.

Note al testo

Dati documentali e bibliografici

Scannerizzazioni degli originali