1791 02 16 AZARA BODONI

Roma, 16 de febrero de 1791.

De José Nicolás de Azara [Roma] a Giambattista Bodoni [Parma].

Azara lamenta el malestar en el brazo de Bodoni y le aconseja reposo. Espera enviarle nuevas pruebas corregidas y nuevos folios preparados de las Opera de Horacio, se queja por los obstáculos de Turchi a la copia de los frescos de San Paolo y teme por este proyecto de reproducir las obras de Correggio.

Roma, 16 febraio 91.

Amico mio stimatissimo,

La di Lei lettera de 7 corrente mi ha sorpresso per il nuovo incommodo che mi racconta della escrescenza sopravenutagli al bracio, di che non avevo verun antecedente. Mi rincresce infinito, come Lei puole credere, e desidero che l’operazione sia stata felice e che non abbia alcun mal risultato. Questi malanni non vengono che per guasto del sangue ed umori, e perciò bisogna purificarli con rimedi opportuni ed efficaci. Oltre a ciò, ci vuole grande economia nel lavorare, che credo Lei non osserverà oninamente e farà molto male.

Niente importa che le prime prove siano venute scorrette poiché si emmenderano. Basta che alla seconda rivista non scorrano degli errori. Questa settimana ci sarà un poco di guai anche qui perché Visconti è molto raffredato, gli è partorita la moglie ed ha avutti cento altri impici. Contuttociò, spero potere rimandare le prove ultime e forse qualche poco di testo nuovo.

So lo stato delle copie da farsi dei quadri di Correggio. Il Vescovo imbroglia l’affare con pretesto di aspettare la buona staggione e di fare non so che opera nel comvento [sic]. Prevedo che non se ne farà niente; e tanto peggio per chi ne avrà la colpa, poiché io non mi prendevo questa briga che per puro amore dell’arte.

Aspetto il corriere per sapere nuove di Lei e sarò impaziente fino a che non lo veda intieramente libero d’incommodi.

Io sto bene, grazie a Dio. E sono e sarò sempre Suo buon amico,

Azara.