1791 05 18 AZARA BODONI

Roma, 18 de mayo de 1791. De José Nicolás de Azara [Roma] a Giambattista Bodoni [Parma].

Azara comparte con Bodoni su dolencia a los ojos y le adjunta las pruebas de la introducción a las Opera de Horacio porque apenas necesita correcciones. Le explica que Valdeparaíso podrá enviar a Roma las copias de esta edición, le solicita doce encuadernadas y el resto en cartón, e insiste en que Bodoni disponga del dinero que desee a través de Ziliani. Por último, pide al tipógrafo ver una prueba de todo el libro de las Opera de Horacio antes de publicarlo.

Roma, 18 maggio 91.

Amico carissimo,

Sono ancora lontano dal essere libero dai miei malanni. Per guarire dagli ochi, pressi una purga che mi sconcertò e me ne ha risultata una essaltazione tali di hipocondria che in vita mia non ho patita l’eguale. Tiro avanti a forza di lavativi. Domani me ne vado per tre giorni a Tivoli per respirare libero e solo.

Come la prefazione ha poco da correggere, forse la potrò mandare con questa; se non, anderà oggi a otto.

Valdeparaíso riceverà quanto Lei gli consegnerà per me. Alcuni pochi potrano venire così, ma desidero che il grosso me lo mandi Lei per i vetturali, tutto ben inballato; il ritardo si compensa con la sicurezza di non guastarli. Ne vorrei una dozzina ben legati ed il resto in buoni cartoni tutti. Ziliani darà a Lei quanto dennaro gli domandi a conto mio e non faciamo conti rancidi. Lei domandi presto quanto gli abbissogni.

Non ho né ochi né testa, ma sempre sono di Lei amico vero,

Azara.

Il Virgilio sarà pronto subito.

Mando le stampe corrette, ma senza vedere il tutto non si puole giudicare dell’essattezza dell’opera ed il rivederla^a tutta^b non è piccolo affare di un giorno né di una settimana. Ecco l’incomveniente di non avere avutti i fogli tirati, ecc.

^a la añadido entre líneas.     ^b Había empezado a escribir to y corrige.