1791 08 24 AZARA BODONI

Sommario

Roma, 24 de agosto de 1791. De José Nicolás de Azara [Roma] a Giambattista Bodoni [Parma].

Azara espera con impaciencia recibir en Roma sus copias de las Opera de Horacio y acepta la propuesta de Bodoni de pagar solo sus ejemplares y no la edición, aunque el precio indicado le resulta muy modesto. Le reitera que puede recurrir con libertad a Ziliani para obtener este pago y cualquier dinero que necesite, le indica que desea recibir sus copias ya encuadernadas en Parma, confía al amigo la decisión de vender a Montecatino unas Opera de Horacio y, además, interviene a favor del librero Blanchon para que el tipógrafo le envíe algunas copias. Le recuerda también que había prometido a Molini di Firenze unos ejemplares de este libro y, considerando su alta demanda, aconseja a Bodoni restringir la concesión de copias. Confirma el recibo de los ejemplares del Anteloquium editionis Horatianae y critica la falsa acusación a Rezzonico como francmasón.

Transcrizione

Roma, 24 agosto 1791.

Amico mio stimatissimo,

Per il ritardo del corriere contesto alla di Lei lettera corrispondente alla scorsa settimana. Vedo in essa che siamo al termine dell’Orazio e che presto mi spedirà Lei li esemplari che gli domandai. Li aspetto con impazienza per godere del frutto delle nostre fatiche.

Non solamente sono contento delle disposizioni che Lei mi propone, se non che gli ripeto, che in qualunque maniera Lei disponga dell’edizione l’approvo, giacché non mi son prefisso ne prefigo mai altr’oggetto che quello della di Lei gloria e vantaggio. Con questa mira li proposi di far le spese dell’edizione, lasciandogliene il profitto; ma, poiché Lei dispone ch’io prenda i miei esemplari al prezzo che ha regolato e che a me pare troppo modesto, approvo tutto quello che Lei vuole. Ed in questa supposizione non so perché Lei non ricorre al Signor Ziliani per avere non solo l’importo di questo, ma di più tutto il denaro che a Lei abbisogni. Gliel’ho detto, gliel’ho ripetuto e sono già stracco di ripeterglielo che detto Signor Ziliani avrà la compiacenza di consegnare a Lei, a conto mio, tutto il denaro che gli domandi. Ciò supposto, Lei ricorra a lui; e sarà colpa Sua se non lo fa.

Credo aver detto a Lei che li due esemplari in cartapeccora li volevo legati in vachetta di Moscovia all’inglese. Li altri, in carta d’Anonai, è indifferente che siano in marrocchino rosso o verde.

Il Signor Montecatino di Lucca mi ha scritto che gli dassi un esemplare perché Lei gliel’aveva negato. Io gli ho risposto che li mieia sono tutti destinati, ma che, avendone ceduti a Lei un piccolo numero, quello che potevo fare era impegnarmi con Lei perché gliene cedesse una copia. Lei poi farà quello che vorrà.

Codesto libraro Blanchon mi scrive che si era impegnato per ventiquattro copie, che Lei crudelmente gli ricusa, e pare che abbia anche ricevuto del denaro anticipato. Il numero che domanda è stravochevole, ma finalmente Lei habrà qualcheb considerazione all’amicizia per codesto galantuomo.

Non parlo a Lei di mille altre domande che mi vengono fatte da tutte le parti, ma mi sono ridotto come un porcospino spacciando negative a destra e a sinistra. Lei, per parte Sua, faccia lo stesso, facendo cadere ben d’alto il favore di accordarne le copie. Mi ricordo che a nome di Lei ne promissi tre o quattro a Molini di Firenze e bisognerà dargliene. Se Lei da retta alle domande di Eduards di Londra, assorbirà tutto e non si potrà far dei piaceri ad altre persone.

Ho ricevutti li esemplari della prefazione, che già ho distribuiti. Ci sono scorsi vari errori che, benché piccoli, screditano. E, sopra di ciò, ripeto a Lei che bisogna adoprar nuove cure nella correzione, altrimenti ci rinfaccieranno eternamiente questo diffetto capitale.

Il francmassonismo di Rezzonico è un pretesto ridicolo per perderlo. Lui stesso l’ha scritto all’Infante raccontandogli come nella sua gioventù aveva assistito ad una loggia in Mantova, dove non si faceva verun giuramento né si trattava di cose di religione; e che, avendola abbandonatta subito, non ne aveva più sentito parlare né assistito dopo a verun’altra loggia di liberi muratori in nessuna parte del mondo. Questa candida confessione, che fa onore alla buona fede di Rezzonico, serve di pretesto ai suoi nemici per perderlo. Lui, però, procurerà diffendersi come potrà.

Non occorre altro.

E mi rassegno qual sempre Suo vero amico e servitore,

Azara.

 

 a Había escrito un texto que no puedo leer y corrige.     b Había escrito qualqu y corrige.

 

Note al testo

Dati documentali e bibliografici

  • Ubicazione

    Parma, BP, Archivio Bodoni, Lettere ricevute, C. 29, 32.

  • Descrizione

    2 pliegos de 2 h. de 230 × 185 mm. Solo firma autógrafa.

  • Edizione

    Noelia López Souto

  • Altre edizioni

    Ciavarella 1979, II, 54-55.

  • Altra bibliografia citata Azara 1791; Cátedra 2012; Conti 1852; Horatius 1791; López Souto 2018d;
  • Citazione
    Lettera da José Nicolás de Azara a Giambattista Bodoni del 1791-08-24, ed. Noelia López Souto, nella Biblioteca Bodoni [<https://bibliotecabodoni.usal.es/it/lettera/1791-08-24-azara-bodoni?id=646> Richiesta: 9 nov 2024].
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