1782 07 04 AZARA BODONI
Resumen
4 de julio de 1782.
De José Nicolás de Azara [Roma] a Giambattista Bodoni [Parma].
Azara le comunica su mala salud. Leído el parecer de Paciaudi sobre la Oración de Jovellanos, se declara con toda franqueza sobre la tontería que sería publicar tal obra. Le propone que dé largas con la seguridad de que pronto todo se habrá olvidado en Madrid. Manda las pruebas corregidas por el Príncipe Chigi.
Monografías relacionadas
Transcripción
Roma, 4 gluglio 1782.
Amico e padrone stimatissimo,
La settimana scorsa avrà saputo Lei lo stato della mia cattiva salute. Ora mi trovo libero di febbre, ma assai travagliato dallo stomaco e dalla mancanza di forze. Spero però ristabilirmi presto si posso comminciare a far dil moto.
Ho veduto la lettera del nostro caro Paciaudi, ed ho avuto gran piacere in vedere che si ristabilisce così bene dei suoi incomodi e della maniera con che giudica del merito dell’Orazione accademica de Madrid, della quale Lei sa guel ch’io ne ho pensato dal primo momento, venché per modestia non ho manifestato tutto il disprezzo che credevo merittase. Addesso, dumque, non c’è ch’un partito da prendere, il quale è di non fare niente della stampa. Inpegni, parole, traduzione, tutto non vuol dir niente paragonato alla sciochezza di stampare una simile coglioneria con gran fasto tipografico e col nome del Re in fronte. Lei non si esgomenti del mio progetto. Devo conoscere le corti, e particolarmente la mia, e gli dico non esservi pericolo nessuno di far a modo mio. Io ci applicherò un buon ceroto. Dalla parte de lor Signori non c’è altro da fare senonché l’amico Agüera scriva semplice e costantemente a Madrid che il padre Paciaudi sta così male della vista, che non puol leggere ne manco una soprascritta, ma che subbito che si sia rimesso farà tutto. Per guest’Orazione, però, bisognarà che non si rimmetta mai. Per un mese o due forse qualche lettera farà menzione stracamente di Jobellanos, ma doppo guesto tempo abbia Lei per articolo di fede che la tale Orazione sarà passata di là dal Lete, e più scordata delle cose antidiluviane.
Mando a Lei la Biblioteca ravinica che gli prommisi per il signor abbate De Rossi. Lei gliela dia da parte mia con mile saluti, e che la veda con tutto il suo commodo, e poi me la potrà restituire per mezzo di Lei.
La mia testa non ne vuole più. Sono sempre di Lei suo vero amico e servitore.
Accludo finalmente le prove corrette del Principe Chigi. Lei puol metter mano all’oppera, e tirarne cinquecento essemplari in carta commune, e dodici in carta d’Olanda conforme alla mostra che Lei mi mandò. Credo che non ci sia fretta perché questo signore parte oggi per Siena con la sua metressa, e ancora non mi ha consegnato l’originale delle note.
Azara.
Notas al texto
Datos documentales y bibliográficos
- Ubicación
Parma, Biblioteca Palatina, Archivio Bodoni, Lettere ricevute, C. 28, 95.
- Descripción
Pliego de 2 h. de c. 240 × 180 mm. Solo firma autógrafa.
-
Edición
Pedro M. Cátedra
RevisiónNoelia López Souto
- Otras ediciones
Ciavarella 1979, I, 61; Cátedra 2012 [2013], 40-41, nº. V.
-
Bibliografía específica Cátedra 2012 [2013]; Cátedra 2013a, 44-67.
Otra bibliografía citada Chigi 1782; Jovellanos 1781; Lane 1958b; Lane 1959; Rodríguez de Castro 1781; Sánchez Espinosa 1997; - ©
Biblioteca Bodoni, Biblioteca Palatina di Parma (Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Italia) & Pedro M. Cátedra.
-
Cita
Carta de José Nicolás de Azara a Giambattista Bodoni de 1782-07-04, ed. Pedro M. Cátedra, en Biblioteca Bodoni [<https://bibliotecabodoni.usal.es/carta/1782-07-04-azara-bodoni> Consulta: 20 sept. 2024].Citar este documento