1783 02 06 AZARA BODONI

Resumen

Roma, 6 de febrero de 1783.

De José Nicolás de Azara [Roma] a Giambattista Bodoni [Parma].

Azara acusa recibo de las muestras de caracteres y de la disertación tipográfica enviadas por Bodoni, materiales que entregó e impresionaron al amigo francés. De hecho, Azara le propone al impresor publicar ese estudio sobre la historia de la imprenta en Italia, que juzga de gran interés. Da cuenta de la paz alcanzada entre España e Inglaterra, y, llegado este momento, insta a Bodoni a pensar sobre las condiciones de su égida española. Además, le comunica el proyecto de Santander de crear una nueva imprenta ligada a la Biblioteca Real, advirtiendo en él la ocasión ideal para negociar la compra de la oficina bodoniana y su traslado a Madrid.

Transcripción

Roma, 6 febbraio 83.

Amico mio stimatissimo,

Mi ero proposto di contestar lungamente alla di Lei lettera de 25 dello scorso mese, ma, quando siammo arrivati al caso, un millione di secature me lo impediscono.

Insomma, ricevetti tutte le mostre de’ caratteri che Lei mi mandò, che diedi al mio amico, il quale restò stupito al vedere tutta quella richezza e bellezza di lettere, ecc. Gli parve al principio impossibile che un uomo solo sia potuto arrivare a fare tutta quella immensità di caratteri, ma poi lo credere sulla mia asserzione e lo vide comparando la conformità dello stile. Quello poi che finì di sorprenderlo fu la dissertazione che Lei mi manda sulla storia del [sic] polzoni italiani. Se ne inamorò tanto che bisognò lasciargliene fare copia per sé, ma non per farne nessun altro uso. La commisione di radunare tutte le mostre de’ caratteri antichi e moderni di tutto il mondo per farne collezione viene dalla Stamperia Regia di Parigi e là anderanno le mostre bodoniane. Giaché Lei ha raccolte tante notizie intorno ai polzonisti e stampatori italiani, perché non pensa a mettere in ordine le Sue idee per pubblicarle? Se io posso qualche cosa coi miei prieghi, lo scongiuro di farlo e di farlo presto. La materia è troppo curiosa.

Venghiamo ad altra cosa. Ecco la paze [sic] fatta e sottoscrita il giorno 20 dello scorso mese in Parigi. È arrivato dunque il tempo di pensare a Lei e a Lei di pensare a noi. Io ho preparato tutto in Madrid, ma, prima di fare nessun passo decisivo, bisogna che Lei e me ci confesiammo reciprocamente: o Lei vuole andare in Spagna a stabilirsi colla Sua Stamperia, o vuole venderla al Re, o ben cederla con una pensione vitalicia. Qualsisia partito che Lei scielga, bisogna che mi dica a me le Sue idee e pretensioni per mia regola. Io vorrei che Lei si stabilisce in Spagna, ma L’amo troppo per consigliarlelo. Malgrado il favore della Corte e delle persone di giudizio, Lei patirebbe la persecuzione di tutti i stampatori di Madrid, che ognuno si crede uno Stefano. Più merito avrebbe Lei e più perseguitato sarebbe. Oltre di ciò, Lei non conosce quell terreno e giudica della Spagna per i spagnuoli che ne stanno fuori. Vi sono là degli uomini spregiudicati e di giudicio, ma, stando lì, gli bisogna stare ziti e mettersi all’unisono cogli altri. Siammo nella fine di un regno buono, ma la vechiaia è sempre debole, ecc.

Pare a me che Lei puotrebbe entrare al servizio del Re, andare là a stabilire la Sua oficina, ma senza legarsi a restarci ed assicurando il regresso, quando e come vorrà, con una buona pensione per sé e per Suo frattello. Dico questo come un pensiere mio, ma sempre mi soggetarò a quello che Lei vorrà.

Il Bibliotecario del Re mi ha communicato tempo fa il proggetto di stabilire nella Biblioteca Reale una stamperia magnifica a guisa del’Imprimerieb Royale de Parigi. Io l’ho trattenutto colla mira sempre di Lei. Il nostro Ministro è il più adattatto per fare cose utili: ama le lettere e le arti e credo si prestarà a quanto di grande gli proporremmo. Insomma, Lei ci pensi e mi dica con franchezza i Suoi pensieri perché io possa regolarmi.

Scrivo a Lei con un forte mal di gola, e bisogna sgargarizarmi ogni momento e tornare al letto subito che avrò spedito il mio corriere.

Sono e sarò sempre di Lei Suo amico e servitore,

Azara.

 

a Había escrito imprimirie y corrige.

Notas al texto

Datos documentales y bibliográficos

  • Ubicación

    Parma, Biblioteca Palatina, Archivio Bodoni, Lettere ricevute, C. 28, 112.

  • Descripción

    2 pliegos de 2 h. de c. 240 × 180 mm. Autógrafa.

     

  • Edición

    Noelia López Souto

  • Otras ediciones

    Ciavarella 1979, I, 72-73.

  • Otra bibliografía citada Cátedra 2013a; Cátedra 2015a;
  • Cita
    Carta de José Nicolás de Azara a Giambattista Bodoni de 1783-02-06, ed. Noelia López Souto, en Biblioteca Bodoni [<https://bibliotecabodoni.usal.es/carta/1783-02-06-azara-bodoni> Consulta: 4 dic. 2024].
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