1788 07 16 AZARA BODONI

Resumen

Roma, 16 de julio de 1788.

De José Nicolás de Azara [Roma] a Giambattista Bodoni [Parma].

Azara aconseja a Bodoni posponer el viaje a Roma para no poner en riesgo su salud con los calores de la estación. Acusa recibo de una copia selecta del Prudencio, que ha regalado al Papa, y recuerda que el editor Teoli aún no ha recibido su ejemplar. Informa sobre la nueva edición del exjesuita Arévalo y solicita a Bodoni el precio de la impresión de las Osservazioni de Visconti. Elogia el resultado tipográfico y ruega que sus ejemplares se encuadernen en Parma, doce para regalar y el resto en cartón. Por lo que se refiere al opúsculo de Didot que Bodoni le envía, resta valor a su calidad y descarta que pueda rivalizar con la belleza de las producciones del amigo.

Transcripción

Roma, 16 luglio 88.

Amico mio stimatissimo,

La di Lei lettera de 12 corrente mi libera dell’inquietitudine in cui ero sulla Sua salute, perché il Suo silenzio mi facea temere che fosse ritornatto il reumatismo ad incommodarLa. Purtroppo vedo che si è riafaciatto, ma godo che non abbia avutte altre conseguenze.

Ora duncque [sic] bisogna pensare seriamente alla salute sopra ogni cosa e così, malgrado la mia impazienza di abbraciarLa, sono di parere che Lei non si muova da Parma fino a che il calore sia meno intenso, poiché addesso è insoffribile e capace di fare forte impressione anche sui temperamenti i più robusti. Sono 15 giorni che siammo costantemente su i 40 gradi all’ombra ed è temible che crescerà fino a doppo la metà d’agosto, come fece l’anno scorso. Fissiammo dunque che Lei non si muova fino a quel tempo.

Ho ricevutto il Prudenzio in carta scelta e non occorre che parli del’edizione. Come so che il Papa smaniava per averlo, gliel’ho mandato subito com’era, senza legare, e l’ha gradito infinito diffondendosi in elogi sterminati di Bodoni. Non sarà così prodigo di lodi de Teuli, perché costui passa per un tantin giansenista e questa puzza offende troppo il naso di Sua Santità e compagnia. Il suddetto Teuli si vergogna di vedere il Suo libro correre per le mani di molti e non averlo lui.

Il gesuita spagnuolo che ne vuole dare una nuova edizione va avanti imperterritamente.

Credo avere [detto] fin dal principio che Lei era padrone assolutto di stampare e di dare a chi volesse quanti essemplari gli piacesse della dissertazione di Visconti, poiché bastava averne un certo numero per gli amici. Ciò supposto, Lei non mi domandi quelli che vuole regalare. Lei si è scordatto di questo, come egualmente ha obbliatto l’altro patto di dirmi la spessa fino all’ultimo baiocco, poiché assolutamente la voglio soddisfare. Perciò Lei facia fare il conto alla Stamperia e me lo favorisca.

La prego di più di fare legare in cartone tutti i miei essemplari, a eccezione di una dozzina che siano legati curiosamente per presentarli ai personaggi, giusto, che non li leggerano. I rami li puole tenere Lei presso di sé. Mano a mano per i nostri corrieri mi facia capitare gli miei essemplari. Della stampa, che vuole Lei che gli dica? Eccede ogni analisi e fa stupire i dotti e gl’ignoranti.

Vengo addesso al libretto in cartapecora che Lei mi favorisce. Io credevo che Lei non si ricordasse più del poverino di Didot, poiché gli fa troppo onore ammettendolo ad essere Suo rivale quando fra di loro non ci sono i termini di comparazione. Didot è uno stampatore e Lei un tipografo, ed anche come stampatore resta troppo al di sotto il povero francese. La vanità nazionale ha volsuto per un poco trovarvi della rivalità, ma posso assicurarLa che sono convenutti del’errore avanti di me molti francesi, anche dei fanatici, che non mancano fra di loro.

È un capodopra il libretto stampatto di quel carattere in cartapecora. Ma, coll’istessa ingenuità devo dirli che tutti li sforzi di un Bodoni e tutto il fanatismo delle bellezze lombarde non faranno che un libro raro per la stampa e mai che Pindemonte passi la clase dei poeti qui scribunt carmina quae legunt cacantes. Apollo è stato molto scarso con lui di genio, ma liberale assai di amor propio. Catullo non gli darà luogo acanto di sé e forse, come a Mamurra, lo farà scaciare dalle muse furcillis dal Parnaso.

Bisogna finire.

Sono di Lei sempre,

Azara.

Notas al texto

Datos documentales y bibliográficos

  • Ubicación

    Parma, Biblioteca Palatina, Archivio Bodoni, Lettere ricevute, C. 28, 202.   

  • Descripción

    Pliego de 2 h. de 230 × 185 mm. Autógrafa.

  • Edición

    Noelia López Souto

  • Otras ediciones

    Ciavarella 1979, I, 136-137.

  • Otra bibliografía citada López Souto 2019c; Prudentius 1788a; Prudentius 1788b; Visconti 1788;
  • Cita
    Carta de José Nicolás de Azara a Giambattista Bodoni de 1788-07-16, ed. Noelia López Souto, en Biblioteca Bodoni [<https://bibliotecabodoni.usal.es/carta/1788-07-16-azara-bodoni?id=446> Consulta: 3 dic 2024].
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