1800 06 30 FRANCO BODONI A

Resumen

30 de junio de 1800.

De Andrés Franco Castellanos [Madrid] a Giambattista Bodoni [Parma].

Andrés Franco comunica a Bodoni novedades sobre las gestiones que le había encomendado en relación con Losada y Quiroga. Ha hecho entrega a Urquijo de las matrices por Bodoni enviadas, y le comunica la cantidad que se le entregará en pago. Le avisa también que ha conseguido real orden para que se le mantenga su sueldo hasta nuevo destino, tras haber dejado la legación de Parma.

Transcripción

Madrid, 30 giugno 1800.

Signor Giovanni Battista Bodoni, amico pregiatissimo,

È venuto, finalmente, il momento di scrivere a Lei, giacché avevo risolto di non farlo finché eseguite affatto non fossero dal canto mio tutte le sue commissioni.

La lettera diretta a Barcellona fu da me senza indugio consegnata in quella città, siccome a Madrid l’altra per Quiroga. Della prima avrà Ella avuto risposta, non della seconda, non ostante ch’io non ho cessato d’offrirmi a detto libraio per farla a Lei capitare, e ch’egli cento volte m’abbia promesso di mandarmela. Vedrò se gli posso cavare qualche riscontro per il 15 del mese venturo.

La disgraziata morte del mio Principale m’obbligò a presentare io medesimo a Sua Eccellenza il Signor Urquijo le di Lei matrici. Certi motivi, che non sono di questo luogo, e il desiderio di meglio servirLa ritardarono sino al 21 maggio scorso l’accennata presentazione. Mi lusingo che a quest’ora Ella avrà già ricevuto l’avviso che le saranno pagati sessanta mila reali per li sei gradi delle suddette matrici. Il presente tempo, scarsissimo di denaro, è sicuramente la cagione che sua Eccellenza non sia stato più generoso. Non tacui all’amico don Steffano in quanto Ella stimava la sua roba, e Mendizábal ha fatto tutto ciò che ha potuto in questo affare.

Non mi sono dimenticato d’avere sentito da Lei che venderebbe volentieri la sua abbondante collezione di ponzoni, matrici, ecc. alla mia nazione, e mi ricordo anche molto bene de’ termini ne’ quali mi disse avrebbe fatto la vendita. Io l’ho confidato a Mendizábal, e questi mi ha incaricato di domandare a Lei una lista individuale di tutto, avvertendomi nel tempo istesso ch’Ella spieghi l’ultima Sua risoluzione riguardo la maniera da farsi detta alienazione. Se si mantiene ancora nella medesima idea, avrà la bontà di dirigermi quanto più presto sia possibile la mentovata lista e spiegazione, sul sicuro che non se ne farà uso alcuno se non che in tempo oportunissimo. Quantunque il presente non sia a ciò il migliore, forse verrà quello in cui un dichiarato protettore delle belle arti voglia con tale acquisto portare al supremo grado di perfezione la spagnuola tipografia. L’ultimo che si perde è la speranza.

Questa reale Tesoreria si negò a pagarmi il soldo che avevo goduto costì, dicendomi non poteva farlo se non mediante un nuovo ordine, per trovarmi qui senza sovrano permesso. Col mezzo d’un memoriale diretto a sua Maestà e da me presentato a sua eccellenza il signor Urquijo, supplicai d’essere impiegato nella carriera diplomatica o in quella che più fosse del reale piacimento, non avendo trascurato l’aggiungere che frattanto mi si continuasse l’accennato soldo. La risoluzione è stata quella ch’Ella vedrà per l’acclusa copia dell’avviso ufficiale di sua Eccellenza. Mi fa certamente molto onore, sebbene pochissimo grato sarà a codesti miei persecutori. Io li paragono a le esalazione putride, le quali non fanno altro male che lasciare dietro loro un cattivissimo odore. Sembra che nel mio caso sia stata scritta a bella posta per essi la favola della vipera mordendo la lima.

Si compiaccia di fare miei sinceri e cordiali complimenti all’amabile signora Margherita, siccome a gli amici li signori Ziliani, Jacobacci, Lama, Platestainer, ecc. E desiderando frequenti incontri di potere essere utile a Lei e alla Sua cara metà in questa Corte, col più vero attaccamento e colla più invariabile amicizia si protesta tutto Suo

Andrea Franco.

 

[Segundo añadido:]

Copia.

Atendiendo el Rei al mérito y circunstancias de Vm. y al que ha contrahído bajo las órdenes de su Ministro plenipotenciario en Parma, el Conde de Valdeparaíso, en los asuntos del real servicio que han ocurrido en la secretaría de aquel Ministerio, procurando desempeñarlos por su parte con el debido zelo, y a la situación en que ha quedado por el fallecimiento del dicho Conde, según lo ha representado Vm. con fecha de 20 de mayo anterior, se ha dignado S. M. resolver que se continúen a Vm. dando por Tesorería Mayor desde 1º. de diciembre último los seis mil reales de vellón anuales que se le consignaron en 14 de mayo de 1793, hasta que se le coloque en plazas togadas. Lo que de real orden comunico con esta fecha a los ministerios de Gracia y Justicia y de Hacienda, para lo correspondiente, y lo aviso a Vm. a fin de que le sirva de gobierno y satisfacción.

Dios guarde a Vm. muchos años.

Aranjuez, 5 de junio de 1800.

Mariano Luis de Urquijo.

Sr. Don Andrés Franco.

Notas al texto

Datos documentales y bibliográficos

  • Ubicación

    Parma, Biblioteca Palatina, Archivio Bodoni, Lettere  ricevute, C. 40/23.53.

  • Descripción

    Pliego de 2 h. Carta autógrafa. Siguen dos añadidos, el primero es otra carta de Franco a Bodoni. El segundo añadido, una hoja de 210 × 148 mm., es copia de la orden de prolongación de la pensión concedida a Andrés Franco como secretario de la legación española en Parma en 1793, con data de Aranjuez, 5 de junio de 1800.

  • Edición

    Pedro M. Cátedra

  • Otras ediciones

    Tormo 1969, 43 (trad. española).

  • Bibliografía específica

    Cátedra 2014a, 103-107; Cátedra 2015b.

  • Cita
    Carta de Andrés Franco Castellanos a Giambattista Bodoni de 1800-06-30, ed. Pedro M. Cátedra, en Biblioteca Bodoni [<https://bibliotecabodoni.usal.es/carta/1800-06-30-franco-bodoni-a> Consulta: 8 sept. 2024].
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