1783 02 28 AZARA BODONI

Summary

Roma, 28 de febrero de 1783. 

De José Nicolás de Azara [Roma] a Giambattista Bodoni [Parma].

Azara insiste que deben presentar una propuesta clara y concreta sobre la oferta de Bodoni a España, de ahí que recomiende al tipógrafo realizar una relación exhaustiva de su utilería y del valor de esta. No obstante, lo invita a visitar Roma antes de trasladarse a Madrid, pues en la capital pontificia muchos desean conocerle. En cuanto al uniforme oficial que Bodoni solicita, Azara declara no poder garantizarle que la Corte española se lo conceda. Por último, le devuelve pruebas corregidas de la Introduzione alla Storia Naturale de Bowles y saluda a Paciaudi.

Transcription

Roma, 28 febbraio 83.

Amico mio stimatissimo,

Ho veduto e meditato sopra quanto Lei mi scrive nella Sua lettera della scorsa settimana e vedo che siammo d’accordo nel fondo del’affare, ma ciò nonostante bisogna schiarirlo tutto il possibile prima di fare il primo passo decisivo. Se proponghiamo una compra di tutta la di Lei typographia, è una cosa; ma se proponghiamo di andare Lei ed entrare all servizio di Spagna, è un’altra molto differente. In qualunque caso, poi, è necessario dire e proporre una cosa positiva per non lasciare assolutamente all giudizio di chi non se ne intende la decisione del’affare. Perciò comverrà che Lei mi dica riservatamente quanto crede, o quanto stima, la Sua collezione e in che consiste, facendone un catalogo essatto; tutto ciò senza fretta poiché, benché la pace sia assicurata, non si puole dire ancora finita essendovi mille cose da aggiustarsi cogli inglesia e molte di più dentro di Spagna di quelle che sono restate disordinate a causa della guerra, e la prudenza vuole che non si parli di progetti onerosi mentre non vediammo tranquilli quelli signori.

Se le cose riescono, avrei piacere che Lei, prima di andare in Spagna, facesse il giro di Italia per vederLa qui in Roma e godere della Sua compagnia per qualche tempo. Sono molti qui in Roma che desiderarebbero di vederLa perché il Suo nome è qui molto conosciutto. Forse, fin d’addesso, potrebbe Lei pensare a fare una scorsa da queste parti con qualche pretesto. Io lo desidero ardentemente.

Agüera mi dice que Lei desiderarebbe poter usar un uniforme di Spagna. Su di ciò non posso promettere niente, perché la pretensione è nuova ed io istesso non posso dire se è facile o se è difficile. Nelle nostre corti le bagatelle sogliono essere gli affari più seri.

Rimando le prove corrette della settimana scorsa e sempre anderemmo così indietro por causa che i corrieri non ci dano tempo per fare niente.

Saluto il nostro caro Paciaudi. E resto di Lei sempre Suo vero amico e servitore,

Azara.

P.D.. Arriva il corriere dando poco tempo per contestare. Vedo quanto Lei mi racconta nella Sua de 23 della visita graziosa del Signore Infante e me ne congratulo con Lei, molto molto.

Riguardo al proggetto della stampa rusa, mi pare bene quanto Lei ha ideato. Bastarà che i sciti ne capiscano il merito, cosa che non assicuro. Fin qui non hano fatto niente che per vanità e mai per amore, stima né intelligenza delle cose. Oltre di ciò, sono in una total penuria di moneta. Non hano che carta. Fra le lingue che hano da comporre il panegirico, trovo meno la greca. Mi pare che la lingua di Homero e che parlava Alessandro non scomparirebbe là dove si picano di patriarcato greco.

Ho veduti i dissegni e li ho mandati al Signore Conca. Non vorrei dire a Lei ciò che mi sono parsi perché non amo di disprezzare né scoragire verun artista, e molto meno il Signore Lucatelli, che vedo estimato costì. Ma il fatto si è: i tali disegni sono cattivi assai. Il Signore Conca poco li rimediarà perché sapia Lei ch’è un pittore assai sotto il mediocre. Prego Lei di non palessare questa mia critica, che forse non è buona.

 

 a Había escrito inglese y corrige.

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