1780 02 27 AZARA BODONI

Sommario

Roma, 27 de febrero de 1780.

De José Nicolás de Azara [Roma] a Giambattista Bodoni [Parma].

Azara elogia la muestra recibida de la edición de las Opere de Mengs y, en oposición, refiere el carácter mercantil de la estampa madrileña. Afirma confirma que ya ha recomendado a un dominico hacia el que Bodoni le había pedido interceder, adjunta correcciones de las Opere de Mengs, agradece la buena acogida mostrada hacia el Teócrito de Zamagna y aconseja al tipógrafo no ocuparse en obras menores porque no lo conducirán a la gloria.

Transcrizione

Roma, 27 febbraio 1780.

Amico e padrone stimatissimo,

Il corriere della settimana precedente arrivò qui con tre giorni di ritardo. Con esso ricevei la pregiatissima di Vostra Signoria e i fogli stampati dell’opera di Mengs. Mi sorprese la di Lei puntualità e gliene rendo grazie infinite. La mostra dell’edizione in-4º è degna di Lei, e con questo credo di dir tutto.

Per quel che sento da Spagna, non pensano colà che a fare una edizione elegante e mercantile, ma non già magnifica. Io non posso più interloquire dopo di aver donato il manoscritto a chi ne deve disporre. Vedremo quel che ne esce.

In occasione che mi portai a visitare l’Emminentissimo Boxadors, ho incontrato il Padre Generale de’ Domenicani Le ho parlato dell’affare del Suo raccomandato, ma mi ha risposto che non sapeva in allora darmi riscontro se vi fosse vacante un tal posto pel corrente o pel venturo anno.

Passando poi al trattato della bellezza, troverà Ella alcune correzioni che ho fatte e che sono necessarie. Io non so se corrisponderanno alle precise parole dell’originale, ma so che il senso deve esser quello che ho messo.

Abbraccio il nostro Paciaudi. E, con tutto il cuore, mi rassegno Suo buon amico e servitore,

Azara.

Almanachi.

La ringrazio della buona accoglienza fatta al Teocrito del nostro Zamagna e non li penso più una volta che Lei se ne è incaricato. Faccia Lei a modo Suo come e quando possa, che non abbiavamo fretta.

Per amore di Dio, rasista Lei a tutte le piccole impresse che gli vengono proposte di libri piccoli e miserabili poesie, perché non sono che imbarassi che L’impediranno di camminare alla gloria colle opere clasiche. Non bisogna lasciarsi vincere della vanità di quelli autori che fondano la loro riputazione unicamente nel vedersi stampati da Bodoni. Lei farebbe anche male i Suoi conti colla posterità se lo potessero accussare di poco discernimento nella scelta delle Sue fatiche.

Ancora non so se oggi potrò mandare delle migliori membrane.

Desidero sopratutto che Lei si mantenga con buona salute. E resto sempre Suo buon amico e servitore,

Azara.

Note al testo

Dati documentali e bibliografici

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