1780 10 31 AZARA BODONI
Sommario
Albano, 31 de octubre de 1780.
De José Nicolás de Azara [Roma] a Giambattista Bodoni [Parma].
Azara acusa recibo de un primer ejemplar de las Opere de Mengs que Bodoni le envía para él, edición que el español elogia por su belleza tipográfica. Con todo, Azara recomienda cuidar más la calidad del papel, siguiendo el modelo de Baskerville, y le repite el número de copias que desea, entre ellas una para el Duque y otras para sus amigos.
Transcrizione
Albano, 31 ottobre 80.
Amico e padrone stimatissimo,
Il nostro corriere arrivò giovedì scorso così tardi che non potei contestare alla stimatissima di Lei lettera de 20 del corrente. Anzi trovandomi colla carrozza attacatta per venir in campagna, né manco puoteti legere le lettere che arrivato qui.
Comincio dunque per acusare la ricevutta della suddetta lettera, accompagnata dal’essemplare legato così magnifico e di buon gusto che fa tanto onore a Lei quanto la restante bellezza typografica. Se Lei avesse bisogno delle mie lodi, mi diffonderei molto ina quelle che merita questa edizione di Mengs e tutte le altre che Lei ha pubblicate, ma Lei sa come penso io su questo proposito e credo rendergli tutta la giustizia che si merita. Insoma, quando il libro non incontri il gusto del publico, sempre l’Italia ne ricaverà un grande onore per avere prodotta una così bella edizione e sarà paragonabile a tutto il più bello che abbia prodotto qualunque altra nazione.
Poiché siammo in questo proposito, dirò a Lei un mio pensiere, benché forse sarà uno sproposito. La carta di Parma puotrebbe dunque, a parer mio, essere un poco più fina e consistente, e ammetterebbe una battittura molto più forte e, se si bagnasse coll’aqua di alume, riceverebbe un polimento eguale a quello che riceveva la carta addoprata da Baskerville.
Ora vengo alle domande che Lei mi fa. In quanto a me, già credo avere scrito a Vostra Illustrissima che avevo bisogno di 18 essemplari par regalargli a’ miei amici. Di questi, ne vorrei sei in marrochino; sei alla francese, cioè in pasta semplice, e sei alla rustica. Di tutto mi manderà Lei il conto inmancabilmente, perché lo voglio soddisfare oninamente e, sopra di ciò, prego Lei di risparmiarmi i complimenti. La buona amicizia parla così schietamente. Io però questi essemplari non gli spargerò fintanto che Lei non abbia mandato a Bouchard un numero competente di copie vendibili, perché altrimenti ho tante conoscenze nell paese che non mi lasciarebbero vivere colle loro domande. Così gli potrò rimandare tutti a Bouchard.
L’essemplare per l’Arciducab già s’intende che deve essere il più magnifico, e quello del Duca de Villahermosa come Lei vorrà. Lo stesso dico per gli amici Obach e Agüera, e quest’ultimo ci ha più drittoc did qualunque altro. Del Signore Infante ed il suo Ministro la cosa parla da sé.
Il mio grande amico in Espagna è Don Eugenio Llaguno, Oficial Mayor de la Primera Secretaría ded Estadoe. Questo, per mezzo mio, è lungo tempo che ha notizie di Lei. Ora comverrà che Lei lo conosca a dirittura e, perciò, Lei gli scriva una lettera dicendo ch’io gli ho detto di farlo, mandandogli un essemplare ben legato e dicendogli quello che vale il libro e la legatura; e gli avverto che senza questa circostanza non speri Lei avere la sua amicizia. Questo soggeto è il re dei galantuomini e potrà servirci molto per le nostre idee a suo tempo, quando sarà finita la guerra. Fatto un pachetto, o plico del essemplare colla lettera, e posta la direzione all suddeto Don Eugenio Llaguno, Lei la consegni al’amico Agüera, che lo manderà per il corriere di Spagna.
In quanto poi a fare anunziare il libro in queste Effemeridi, la cosa non è tanto spedita come pare. Io non ho nessuna comunicacione co’ autori delle tali Effemeridi dopo che se ne sono impadrini[ti] affato i gesuiti, avendo alla lor fronte il famoso Zaccaria. Forse, se io gliene facessi parlare, ne farebbero un panegirico sterminato per adularmi, ma io sarei il primo a non stimarlo un fico. Il caso è però ch’io non gli domanderò mai tal cosa. Quando Lei mandi a Bouchard le copie, costui puotrà annunziare il libro pubblicandone il titolo per le cantonate e questo basterà sicuramente per Roma. Al di fuori, vedrò di fare un piccolo anunzio negli giornali di Toscana e di Venezia.
Gli effemeridisti di Roma parleranno sicuramente del libro senza che nessuno gliel’ domandi e forse ne faranno la critica perché tutti sono pieni de principi totalmente opposti al nostro Mengs. Questa loro critica sarà ancora animata dal grege di pittori romani, i più ignoranti che sian sotto il sole e che per massima fondamentale escludonof dal arte il sapere. L’opera di Mengs è una satira per loro, ed io ho avutto in mira questa scola quando ho caratterizatti i pittori di riceta. Insomma, se questa gente ne dice moltissimo male del opera, io comincierò a credere che è una cosa buona.
Dopo che Lei abbia mandata all’amico Llaguno l’opera di Mengs, desidero che Lei gli mandi il Theocrito dig Pagnini e lo puotrà fare Lei per lo stesso canale del’amico Agüera. Sempre però avisandoli il prezzo.
Avendo datto ordine al’amico Milizia per riveder l’indice e tutto il secondo volume, l’ha esseguito e mi ha mandata l’acclusa nota d’errata. Lui steso da se ha fatto l’avviso che accludo, che si puole fare stampare nei giornali ed essendo un puro avviso libraro [sic] si puotrà ancora inserire in queste Effemeridi. Bisogna però che Lei levi od agiunga ciò che gli parerà, giaché è Lei che parla e che n’è il detto Milizia l’autore. Oltre di ciò, Lei metterà il prezzo al libro ed i luoghi dovi pensa esporlo in vendita. Fatto così, Lei lo puole stampare e noi faremmo lo stesso negli altri giornali.
Dopo una sì lunga e scon[c]ertata lettera, non ho forza di parlare d’altro. Lei abbia salute, che è quellche gli desidero.
E con tutta la stima mi rassegno Suo vero amico,
Azara.
Lei riveda l’errata annessi e ne giudichi, che a me pare non concludono niente affatto. Bisogna che nell scecondo tomo si siano mutati i numeri delle pagine; altrimenti non eran possibile tanti sbagli. Lei medesimo riveda questo indice.
a in añadido entre líneas sobre un texto ilegible y cancelado. b Había empezado a escribir archi y corrige. c Había escrito deritto y corrige. d Había escrito di y corrige. e Había escrito estato y corrige. f escludono añadido entre líneas. g Había escrito de y corrige.
Note al testo
Dati documentali e bibliografici
- Ubicazione
Parma, Biblioteca Palatina, Archivio Bodoni, Lettere ricevute, C. 28, 45.
- Descrizione
3 pliegos de 2 h. de 215 × 165 mm. Autógrafo.
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Edizione
Noelia López Souto
- Altre edizioni
Ciavarella 1979, I, 26-28.
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Altra bibliografia citata Angulo 1994; Bédat 1989; Bowles 1782; Caffiero 1997; Cátedra 2015a; Cavaciocchi 1992; Franchi 1994; García Melero 2008; Gimeno Puyol 2010; Hunter 1974; López Souto 2018d; Martinoli 1990; Mengs 1780; Mengs 1780 it.; Milizia 1781; Napoleone 1999; Palacios 1984; Palacios 2009; Sommervogel 1890-1932; Teocrito 1780; - ©
Biblioteca Bodoni, Biblioteca Palatina di Parma (Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo) & Noelia López Souto
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Citazione
Lettera da José Nicolás de Azara a Giambattista Bodoni del 1780-10-31, ed. Noelia López Souto, nella Biblioteca Bodoni [<https://bibliotecabodoni.usal.es/it/lettera/1780-10-31-azara-bodoni> Richiesta: 9 nov 2024].Cita questo documento