1782 10 24 AZARA BODONI
Sommario
Roma, 24 de octubre de 1782.
De José Nicolás de Azara [Roma] a Giambattista Bodoni [Parma].
Azara agradece al amigo tipógrafo la información sobre la carta de Wilzech al abate De Rossi. Reitera su explicación sobre el proyecto de una edición sin mayúsculas para la Introduzione alla Storia Naturale de Bowles y, con motivo de la publicación de Anacreonte por Bodoni, José Nicolás le presenta un análisis general de sus ediciones más importantes. Opina, además, sobre una muestra de letras griegas.
Transcrizione
Roma, 24 ottobre 82.
Amico mio stimatissimo,
Il corriere della settimana scorsa arrivò doppo partito il mio e così non puotei contestare alla di Lei lettera. Ora lo facio mentre arrivano le lettere di quest’ordinario, che temo ancora che vengano tardi.
Per fare le cose con ordine, comincio per ringraziarLa della communicazione della lettera del Conte de Wilsceh al nostro Signore Abate De Rosi. Se i patti che li fanno gli accommodano, io non esiterei un momento ad acettarli, supposta la niuna speranza di migliorare sorte in Parma. Stipularei però di potere in ogni tempo estrarre dallo Stato i libri e, sopratutto, i manoscriti, non fosse il diavolo che li volessero sempre lì. Del resto, la lettera e la chiamata fanno molto onore al Signore De Rossi, e lui lo merita.
Riguardo all’edizione del mio libro, credo essermi protestato dal principio di non volere niente di magnifico. Una edizione andante è ciò ch’io desidero e ciò che merita l’opera, e niente di più. La mostra che Lei mi acclude è troppo bella. La mia idea delle maiuscole non è di stampare tutto in maiuscole conforme a la mostra, perché questo non corrisponde; anzi desidero bandire le tali maiscole in quanto si puole. Forse mi sarò spiegato male parlando dei codici antichi e delle iscrizioni. La mia idea non è stata di voler introdurre generalmente quelle lettere quadrate, ma le ho lodate per il bel effetto che fanno per la loro uguaglianza; e questa vorrei che si tentase d’introdurre nella corrente scrittura, scartando tutte le maiuscole dentro alle faciate. Per essempio, dopo il punto, i nomi propi, le cose rimarchevoli, ecc. si scrivono con maiuscole. Questo, agli ochi miei, mi pare ridicolo perché rompe quell’uguaglianza che rende bella una stampa. Forse il ridicolo è solamente nella mia testa, ma no c’è gran male di essere ridicolo in queste materie. Perché c’intendiamo, dunque, facia Lei comporre una faciata, nell carattere che vorrà, senza altra maiuscola che la prima e vediammo ch’effetto farà. Se non dispiacerà la novità, tiraremo avanti; e se non ci piace, lo lascieremo stare ed il male non sarà grande.
Veng’ora al Anacreonte. La stampa come Lei la progeta sarà un capo d’opra, sempre che la carta corrisponda all resto. Non so se Lei pensa dare unita la traduzione latina ed, in questo caso, bisogna pensare quale si ha da scegliere. Quella di Henrico Stefano è all mio gusto la meglio. Lui, nonostante, stampò ancora quella di un’altro. Io ho l’Anacreonte del Stefano, dela Barnes e l’ultima del Paw con altre minorum gentium. Ho ancora sull tavolino quello aspetatto dell’Abate Spalletti dedicato al’Infante Don Gabrielle, con una dedica insigne dove, per lodare il mio Re, lo compara a Caligola ed all’Infante al figlio di Perseo, ultimo Re di Macedonia che per guadagnar la vita si fece incisore di pietre; con altre simili gentilezze. I ciarlatani per lo più sono gente di talento, ma il ciarlatano Spalletti è il più scioco di tutti i ciarlatani passati, presenti e futuri. Io scometto che lui stesso non sa che cosa ha volsuto fare facendo questo libro, se non lo strapare un regalo dall’Infante. Se si fosse contentato con dare inciso in rame il testo di Anacreonte secondo il codice vaticano, come dice aver fatto nei primi fogli, alla buon’ora avrebbe questo tale quale merito. Ma doppo vedo che vi ha aggiunti due o tre altri Anacreonti, ch’io non so ancora che diavolo si siano, perché fino a ieri non me aveab regalato il suo libro l’editore. Comunque sia, Barnes e Paw citano questo codice vaticano e, per consequenza, è ben difficile di credere che Spalletti vi abbia trovato niente di buono che i due primi non abbiano veduto meglio di lui.
Ho fatta una osservazione sulle mostre che Lei mi manda. Il E greco non mi piace. La direzione delle linee che lo compongono mi pare che non combinano con eleganza. Se dico uno sproposito, Lei me lo perdoni.
Molto di più avrei da dire sulle materie surriferite, ma sono stracho [sic] di scrivere e la mano non ne puole più.
Sono dunque di Lei Suo buon amico e servitore,
Azara.
a Stefano, del añadido entre líneas. b Antes de avea cancela un texto que no puedo leer.
Note al testo
Dati documentali e bibliografici
- Ubicazione
Parma, Biblioteca Palatina, Archivio Bodoni, Lettere ricevute, C. 28, 106.
- Descrizione
2 pliegos de 2 h. de c. 240 × 180 mm. Autógrafa.
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Edizione
Noelia López Souto
- Altre edizioni
Ciavarella 1979, I, 68-69.
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Altra bibliografia citata Anakréon 1554; Anakréon 1784; Cátedra 2013a; Cátedra 2013d; Cátedra 2015a; Efemeridi 1782; Goldmann 1897; López Souto 2017d; López Souto 2018d; Spalletti 1781; Winter 1965; - ©
Biblioteca Bodoni, Biblioteca Palatina di Parma (Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo) & Noelia López Souto
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Citazione
Lettera da José Nicolás de Azara a Giambattista Bodoni del 1782-10-24, ed. Noelia López Souto, nella Biblioteca Bodoni [<https://bibliotecabodoni.usal.es/it/lettera/1782-10-24-azara-bodoni> Richiesta: 6 ott 2024].Cita questo documento