1786 09 27 AZARA BODONI
Sommario
Roma, 27 de septiembre de 1786.
De José Nicolás de Azara [Roma] a Giambattista Bodoni [Parma].
Azara acusa recibo de una segunda copia del Longo griego y le transmite los elogios que los caracteres de esta edición han suscitado en el helenista Visconti y en el librero Pagliarini. Promete examinarlo con más detenimiento y dice que regalará al Papa la copia en Annonay. Recordando la influencia de Mengs en las ideas de Wincklemann, confirma la superación del griego de entonces con estos diseños bodonianos, aunque objeta la escasez de espacio entre algunas palabras. Manda correcciones del Prudencio y apremia esta estampa.
Transcrizione
Roma, 27 settembre 1786.
Amico e padrone stimatissimo,
Mi capita in questo momento la di Lei lettera de 16 corrente col secondo esemplare del Longo in carta diversa, ma non diversamente bello.
Nella mia precedente ho detto a Lei tutto quel che pensavo di questo Suo capo d’opra e sarebbe inutile ripeterlo. Stia Lei sicuro di che quanti l’hanno veduto qui, ignoranti e inteligenti, tutti sono restati meravigliati del gusto e dell’inteligenza che regna in quest’opera. L’Abbate Visconti, che credo uno dei più inteligenti nell’idioma hellenico, che viene frequentemente da me, non si sa staccare dal libro. Il Cavaliere Pagliarini, che in materia libraria e tipografica se ne intende quanto un altro, è dello stesso parere. Tutti insomma giudichiamo che questo greco farà epoca nella tipografia e sarebbe un’ingiustizia se coll’esempio degli aldi e garamondi non si chiamasse questo bodoniano. Lei ben conosce che io non dico questo per adularLo, se non perché la sento così, e se scorgessi qualche difetto lo direi volontieri, come lo dee dire un dilettante senza pretenzione.
A questo effetto esaminerò il libro minutamente e parte per parte col fine di trovarci qualche cosa di riprensibile, giacché fin’adesso l’ammirazione ha occupati tutti i sensi. Penso di regalare al Papa il primo esemplare perché sarà fargli piacere, nonostante che da sé sia ben poco in grado di giudicarne. Ma con li sovrani non bisogna esser esiggente.
Winkelman avea ragione di trovare difettoso tutto il greco che si usava a tempo suo, perché la deformità ne saltava agli occhi di chiunque. Ma sappia Lei che Winkelman, con tutta la sua immensa erudizione, era una bestia in materia di gusto. Io son testimonio di che non apriva la bocca che per dire dei spropositi e quel poco di bono che su quest’articolo c’è ne’ suoi libri, l’ha tutto tutto imprestato da Mengs, e molte volte si è guastato pasando per il suo stomaco. Ne potrei dare un miglione di prove.
Prima di finire, La prego di dirmi se non sarebbe un piccolo difetto del compositore l’avere poco separate alcune parole. So che alla vista fa meglio [però] per l’inteligenza forma confusione.
Mando i fogli corretti del Prudenzio, che desidero veder finito perché è un libro che manca.
Lei si conservi come desidera il Suo vero amico e servitore,
Azara.
Note al testo
Dati documentali e bibliografici
- Ubicazione
Parma, Biblioteca Palatina, Archivio Bodoni, Lettere ricevute, C. 28, 166.
- Descrizione
Pliego de 230 × 185 mm. Solo firma autógrafa.
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Edizione
Noelia López Souto
- Altre edizioni
Ciavarella 1979, I, 119.
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Altra bibliografia citata Azara 1789a; Dizionario del Risorgimento 1930-1937; Frati 1933; Longos 1786; López Souto 2018d; Prudentius 1788a; Sánchez Espinosa 1997; - ©
Biblioteca Bodoni, Biblioteca Palatina di Parma (Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo) & Noelia López Souto, 2018
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Citazione
Lettera da José Nicolás de Azara a Giambattista Bodoni del 1786-09-27, ed. Noelia López Souto, nella Biblioteca Bodoni [<https://bibliotecabodoni.usal.es/it/lettera/1786-09-27-azara-bodoni-1> Richiesta: 8 ott 2024].Cita questo documento