1791 01 05 AZARA BODONI

Roma, 5 de enero de 1791.

De José Nicolás de Azara [Roma] a Giambattista Bodoni [Parma].

Azara remite a Bodoni nuevos folios de las Opera de Horacio y promete hablar con el rasurador de los pergaminos. Propone al tipógrafo estampar el Teócrito greco-italiano de Zamagna, a cuenta de la Stamperia o suya propia. Espera que el Papa pueda ayudar a Rezzonico en su caso judicial y disuade a Bodoni respecto al asunto de Molini.

Roma, 5 gennaro 91.

Amico mio stimatissimo,

Contavo potere scrivere lungo a Lei oggi, ma varie combinazioni me l’impediscono. Mi ristringo dunque a salutarLa e desiderargli ogni felicità.

Mando le correzioni ultime del’Orazio con un principio delle satire per comporsi, e si lavora nel resto, che si manderà consecutivamente poiché Visconti si ritrova ristabilito in salute.

Predicherò al rassatore sulle cartepecore, secondo mi dice Lei. Ma è un morire con questi romani che promettono tutto e non adempiscono niente.

Ecco una operetta che mi premerebbe che Lei stampasse con qualche eleganza, se lo puole fare senza disturbo di^a altre cose essenziali. Se la Stamperia lo vuole fare, bene; e se no, si facia a conto mio, tirandone 140 essemplari e non più. Ma, in ogni caso, al’Abate Zamagna se ne darano 20 essemplari. Pensi Lei se converrebbe stampare unito alla traduzione il testo greco e farne due volumi o uno solo. La tale traduzione è molto elegante, come vedrà Lei.

Ancora non abbiamo spianato l’affare di Rezzonico, nonostante le promesse, ma spero che sbrigato il Papa del Breve di Francia potrà intendere in questo negozio.

Mi rassegno di Lei eternamente,

Azara.

Non pensi Lei più al’affare di Molini di Firenze, poiché già l’ho aquietato^b.

^a Había escrito de y corrige.     ^b Había escrito aquietata y corrige.