1798 07 27 AZARA BODONI

Sommario

París, 27 de julio de 1798. De José Nicolás de Azara [París] a Giambattista Bodoni [Parma].

Azara se alegra de la buena salud de Bodoni y le confiesa su obligada renuncia en París al mundo del libro y de las artes que frecuentaba en Roma, dada la sobrecarga de trabajo que lo ocupa en la embajada francesa. Declara haber hablado con Arteaga solo a la hora de comer y describe con desolación la imagen que en ese momento observa desde su ventana: la exhibición pública de las obras de arte robadas en Italia. Anuncia que participará como diplomático en la fiesta de la caída de Robespierre, acto en el que leerá una epístola de Séneca, y se alegra del regalo del Duque con motivo de la dedicatoria de la Divina Commedia. Anima a Bodoni, además, a proseguir trabajando en pro de las letras y labrando su carrera.

Transcrizione

Paris, 27a luglio 1798.

Amico carissimo,

La Vostra lettera de 18 corrente mi ha fatto il più vivo piacere, come me lo fa tutto ciò che Vi riguarda e che mi ricorda la Vostra persona, che tanto stimo ed amo.

Godo infinito che stiate bene di salute colla Vostra compagna, poiché siammo in tempi che è ben fortunato chi puole godere la felicità domestica, giaché alla pubblica bisogna rinunciare per tutta la nostra vita. Io mi ritrovo in situazione di dovere fare detta rinuncia commune ed, inoltre, di scordarmi di tutti i piaceri antichi e di tutte quelle ocupazioni agradevoli che facevano la mia felicità per l’adietro. Libri, arti, commercio letterario... tutto è finito per me e sono legato ad vero remo di galera e trasportato in un orizonte sconosciuto per me. Non ho un quarto d’ora a me nella giornata e poche sono nelle quali non scriva dieci ore; ed il resto me l’occupano gli affari e la commedia della rappresentanza, con una maschera in viso che mi è insoportabile. Se non finisco presto questo stato, esso finirà con me.

Finora non ho parlato col’Abate Arteaga che alle ore della tavola.

Mentre scrivo questo, passano sotto le mie finestre i carri che portano in trionfo i monumenti delle arti rubbati in Italia. Sono portati con una pompa che vuole paragonarsi al trionfo di Paolo Emilio. E domani, 10 termidor, aniversario della caduta di Robespierre, si troverà il Direttorio a ricevergli nel Campo di Marte con tutti i corpi costituiti e la maggiore pompa immaginabile. Io asisterò col corpo diplomatico e Vi potete figurare le idee che passerano per la mia testa. Il tema sarà un testo di Seneca, epistola 87b, che molti anni sono inparai a mente. Parlava dei romani di suo tempo, in profeziac dei galli moderni: «Nimis luxuriose ostentari gentium spolia. Quod unus populus eripuerit omnibus, facilius uni ab omnibus eripi posse».

Mi rallegro del regalo avuto dal Padrone perché è prova di stima. Continuatee ad arrichire l’abbandonata letteratura, che la posterità farà giustizia.

Saluto la consorte e gli amici.

E sono Vostro sempre,

Azara.

27 luglio 1798.

 

a Había escrito 25 y corrige.     b epistola 87 añadido entre líneas.     c Había escrito profecia y corrige.     d Había escrito un texto que no puedo leer y corrige.

Note al testo

Dati documentali e bibliografici

  • Ubicazione

    Parma, BP, Archivio Bodoni, Lettere ricevute, C. 29, 119.

  • Descrizione

    Pliego de 2 h. de 230 × 180 mm. Autógrafa.

  • Edizione

    Noelia López Souto

  • Altre edizioni

    Ciavarella 1979, II, 138-139.

  • Altra bibliografia citata Commedia 1795; Hoefer 1852-1866; López Souto 2019c; Sánchez Espinosa 2000a;
  • Citazione
    Lettera da José Nicolás de Azara a Giambattista Bodoni del 1798-07-27, ed. Noelia López Souto, nella Biblioteca Bodoni [<https://bibliotecabodoni.usal.es/it/lettera/1798-07-27-azara-bodoni> Richiesta: 8 ott 2024].
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